Lettera aperta a...Pindemonte 

Tratto dal libro "Oltre l'illusione" - Edizioni Mediterranee

Un modo sicuro per tramandare la Verità al di là dei periodi di oscurantismo è quello di mascherarla in un giuoco o trasformarla in una favola.

Il Tarocco e la Mitologia sono esempi eloquenti di questa affermazione. I simboli, le idee universali ed assolute passano oltre, fra le mani degli ignoranti e dei severi censori e giungono ad illuminare il cammino dei posteri che sono pronti ad intenderle. Tenetelo presente voi che deridete le credenze degli antichi! Quelle favole possono contenere una sapienza alla quale voi ancora non siete pervenuti.

Prometeo ruba il fuoco sacro agli Dèi e per questo la sua condanna è di avere il fegato perennemente divorato da un rapace, ma alla fine è ammesso all'Olimpo. L'idea, il significato di questa favola, bene si adatta all'esistenza dell'uomo; l'uomo che, a differenza di altri esseri del Creato, possiede l'intelletto, paga cara questa sua ricchezza: il prezzo dell'intelletto è il dolore ed in effetti si può dire che il novanta per cento della sofferenza che patisce l'uomo scaturisca dalla sua mente. Togliete quel dieci per cento causato dal corpo, ed il resto è tortura inflitta dalla mente creatrice dell'"io" e dei suoi inestinguibili conflitti.

Uhm! Più che la materia, un sogno ha il potere di farci soffrire!

Dimmi, fratello, perché soffri? Perché i tuoi meriti non sono riconosciuti? Perché non sei il primo in senso assoluto, o se sei il primo temi di perdere il primato? Sei incompreso? Non sei amato? Sei tradito? Sei sfortunato? Vedi, la tua sofferenza fa parte di quel novanta per cento di cui ti dicevo: stai pagando lo scotto di possedere una mente.

Infatti la causa della sofferenza umana non sta negli eventi che rendono diversa la vita da come l'uomo vorrebbe, è risaputo: accontentandolo, l'umano, non lo si rende felice per più di un fiat. La sua mente lo condurrà su nuovi terreni di contesa e d'inquietudine. Allora, se gran parte della sofferenza che ci amareggia viene dalla mente, meglio sarebbe non possederla e vivere nell'incoscienza di sé.

La mente è un mezzo della nostra evoluzione che ci apre ad una fase successiva della nostra esistenza: quella di coscienza-sentimento, ma dobbiamo imparare ad usare bene questo mezzo, a non essere sua preda; dobbiamo riuscire a percepire al di là del dualismo "io" - "non io" - di cui ci fa schiavi!

Se nella possibilità che abbiamo di percepire e concepire il mondo in cui siamo immersi esiste questo errore fondamentale di parallasse, per cui crediamo diviso ciò che non lo è, allora tutte le nostre convinzioni che si basano su questa possibilità, sono errate.

Riflettete: con queste poche parole la cultura, la civiltà, la storia sono liquidate, ridotte a farneticazioni, brancolamenti di chi non sa intendere e capire la Realtà. Incomprensioni, sospetti, gelosie, brama di possesso, onore offeso e vendicato, farse e tragedie si sono fondate e si fondano su miraggi creati dalla mente che l'uomo non ha imparato a far funzionare correttamente. Povera umanità! Quante lacrime inutili, allora!

Partendo da questo allarmante presupposto che noi siamo vittime di noi stessi perché diamo importanza a ciò che non ne ha, allora viene spontanea una domanda: perché Dio ci lascia nell'errore, ci fa soffrire per situazioni che non hanno nessun riscontro reale? Ci fa sbranare gli uni con gli altri per questioni che nessun riscontro hanno nella Realtà?

Non voglio svalorizzare il dolore, ma vi domando: in Assoluto ha senso una scala di valori? Tutto ciò che non è Assoluto è egualmente relativo ed acquista valore solo se lo si riferisce a qualcuno, ed il valore che acquista non è lo stesso se lo si riferisce a qualcun altro. Allora esiste una scala di valori diversa per ciascuno di noi, in cui trova posto ogni esperienza da ciascuno vissuta e sono esperienze vissute anche quelle che sarebbe più proprio definire "immaginate".

Ecco la chiave di volta del problema: fisicamente concreta o più immaginata che concreta, una situazione è sempre illusoria nei confronti dell'Assoluto ed è sempre reale e produttiva nei confronti di chi vi è immerso.

E come potrebbe esistere una differenza fra una situazione fisica concreta ed una più immaginata che concreta, dal momento che lo stesso piano fisico non esiste oggettivamente se non come comun denominatore delle nostre innumerevoli percezioni soggettive! E così tutto il cosmo è l'elemento comune dei nostri sogni. Ma non è importante che le nostre convinzioni e i nostri sogni siano più o meno aderenti a questa parvenza di oggettività perché siano produttivi di esperienze. Non solo, ma ogni tipo di esperienza è valido: l'esperienza del Santo vale quella della prostituta, perché, lo ripeto, ciascuno ha una sua scala di valori inconfrontabile con quella di altri.

Se le cose stanno così, allora siamo sempre nel giusto, anche quando crediamo nell'assurdo perché anche questo ci dà esperienza e quindi un progresso; e se progrediamo, qualunque tipo d'esperienza noi abbiamo, che senso ha allora tendere a migliorare noi stessi? Possiamo tenere un'esistenza basata unicamente sui sensi, sicuri del nostro progresso. In ultima analisi è così e voi lo sapete: nessuno regredisce.

Ma se guardiamo all'economia individuale, l'interesse di ciascuno è quello di capire senza soffrire, di usare la mente senza pagare lo scotto. Questo non solo è possibile, ma rappresenta quello che voi dovete fare.

Se un uomo fosse convinto che lavarsi tutti i giorni fosse un Comandamento di Dio, fosse ciò che lui deve fare, quella sarebbe la sua realtà. Ma quando avesse imparato a tener fede ai suoi principi, a comandare a se stesso, allora sarebbe il momento di capire che la legge è fatta per l'uomo e non l'uomo per la legge, il momento d'imparare ad usare la mente senza rimanere prigioniero dei fantasmi da essa creati.

Non crediate che l'uso non corretto della mente da parte dell'uomo sia un errore del "piano divino", anzi, ne fa parte: i miraggi della mente sono mezzi adatti all'immaturità dell'uomo attraverso ai quali progredisce.

In conclusione: le situazioni nelle quali l'uomo è posto in forza della sua mente, per quanto irreali possano essere, costituiscono l'humus in cui affondano le radici della coscienza, ma c'è un momento dell'esistenza individuale in cui queste radici debbono penetrare più in profondità alla ricerca di nuove situazioni che scaturiscano da un nuovo modo di vedere il mondo, una nuova visione che non avvenga più in funzione dell'"io" e del "non io", ed in cui non vi sia spazio per i fantasmi creati dalla mente.

Noi vogliamo aiutarvi nell'opera di rinnovamento che siete chiamati ad intraprendere prima di tutto in voi stessi; aiutarvi a distruggere - superandola -la visione del mondo che avete, che fate in funzione della separatività. Per questo, come novelli iconoclasti, produrremo delle lacerazioni qua e là sul tessuto

delle vostre convinzioni, dei vostri sogni.

Teresa - Non è vero che Dio abbia bisogno dell'uomo e che usare violenza in nome di Dio sia una giusta causa. Egli vuole il nostro progresso ed il progresso non può essere imposto.

Alan - Non è vero che sia censurabile chi è lontano da Dio.

Nessuno può essere lontano da Dio. E' censurabile chi si serve delle cose sacre tra gli uomini per soddisfare la sua avidità.

Kempis - Non è vero che la vita terrena debba essere fuggita per farsi meriti in cielo ed onorare Dio. L'inferno - se esistesse - non sarebbe abbastanza profondo per accogliere degnamente chi così avesse vissuto.

Dali - Non è vero che il bene ed il male siano oggettivi e che rappresentino la misura del vostro progresso o del vostro ristagno. Solo chi si pone al centro del dualismo bene e male, per salvarsi, si perderà. A costui è preferibile un perverso perché, per la legge di azione-reazione, quanto più grande sarà stata la perversione, altrettanto lo sarà la spinta evolutiva.

Kempis - Non è vero che l'argomento trattato renda morale od osceno un discorso: i vaneggiamenti di certi cosiddetti mistici fanno impallidire la "vena" dell'Aretino.

Teresa - Non è vero che sia sufficiente amare il prossimo come se stessi: occorre amarlo con imparzialità e per un fine di giustizia.

Alan - Non è vero che solo chi ruba sia ladro, lo è anche chi riceve senza dare.

Kempis - Non è vero che sia spergiuro solo chi giuri il falso: chi tace sapendo e chi nasconde la Verità con un linguaggio ambiguo, è altrettanto spergiuro e propagatore dell'errore. Di ciò dovrà rendere conto.

Nefes - Non è vero che il matrimonio sia indissolubile: ciò che gli uomini congiungono possono dividere. Solo quelli che Dio unisce non potranno mai essere divisi, né dagli uomini, né dagli eventi.

Kempis - Non è vero che "crescete e moltiplicatevi" sia un invito perentorio perché l'uomo procrei senza tener conto delle condizioni in cui dovranno crescere i figli. E' più crudele e perciò più colpevole chi lungamente fa soffrire, di chi uccide.

Dali - Non è vero che la sterilità e l'omosessualità siano delle anomalie della natura; sono mezzi con cui essa tende all'equilibrio demografico.

Paracelso - Non è vero che l'uomo sia arbitro della vita e della morte: nasce chi deve nascere, muore chi deve morire. Tuttavia non è vero, per questo, che l'uomo non sia responsabile delle sue azioni.

Claudio - Non è vero che sia più importante l'azione dell'intenzione: dall'intenzione si conosce l'uomo.

Dali - Non è vero che gli uomini debbano godere della stessa libertà: la misura della libertà deve essere in relazione con l'uso che di essa può essere fatto tenendo presente, a questo fine, che l'umile non è peggiore del regnante.

Claudio - Non è vero che il passato sia trascorso, il futuro di là da venire: il presente è tale solo per te e può essere ad un tempo passato e futuro degli altri.

Dali - Non è vero che chi vedete vicino a voi lo sia veramente e chi vedete agire agisca veramente: ciascuno deve imparare a contare unicamente su se stesso, per questo deve sentirsi solo ed indipendente dagli altri.

Teresa - Non è vero che il bene sia opera di Dio ed il male dell'uomo: tutto fa parte di un grande piano divino in cui non c'è posto per l'errore e l'imperfezione.

Kempis - Non è vero che tutto ciò sia la Verità: ciò nondimeno è vero!

 

 

Pagina iniziale