Dove ha ragione il misticismo? 

 

 

Si può dire che la storia del pensiero e della scienza, con tutte le sue scoperte, anche per difetto, contribuisca a rendere l'uomo in grado di intuire quella struttura di Dio di cui ci parlano i maestri.

Se non vi fosse stato questo, oggi non sarebbe possibile parlare di certi concetti e capirli. Non sarebbe assolutamente possibile; e se certe cose non si capiscono prima attraverso la mente, non si arriverà mai a comprenderle, a sentirle. Perchè anche il mistico illuminato, che riesce a sentire Dio più di quanto lo possa fare un'altra creatura, è sempre arrivato a quel punto attraverso delle esperienze antecedenti, che prima lo hanno condotto a capire attraverso un certo modo di ragionare, e quindi lo hanno portato a quel sentire.

Sempre, ricordatelo.

 

Come si può parlare di questo insegnamento a chi non ha dimestichezza col ragionamento filosofico?

Parlare semplicemente dell'insegnamento morale, come in fondo fanno le varie religioni (con alcune differenze e a parte quelle che sono le regole di buona condotta, che si possono ricondurre ad un vivere civile o a semplici regole igieniche) non ha molto senso, perchè sarebbe sufficiente prendere i testi delle varie religioni e rileggerli.

Allora, perchè i maestri parlano della morale?

Perchè questa morale scappa fuori da una visione filosofica della realtà, e trova giustificazione nella filosofia. Quindi, fare della filosofia non è fare una fredda esercitazione accademica, ma è proprio dare un quadro della realtà che risponda a tutte le domande, a tutti gli interrogativi e che, nello stesso tempo, dimostri la validità della morale. E' un riscoprire la morale in chiave logica, in chiave filosofica: questa è la novità e l'importanza.

 

Certo l'insegnamento filosofico può riuscire difficile a taluno; e bisogna fare un po' di sforzo. Se uno non ne sente la necessità, lo metta pure da parte, ma allora deve essere già convinto che la morale è giusta, che va applicata, e la applica. Se, invece, non la applica, ciò vuol dire che non è ancora profondamente convinto che bisogna agire secondo i canoni della morale; e se non ne è profondamente convinto, trovi questa convinzione mediante l'insegnamento filosofico, che per questo è dato. Questo è lo scopo principale per il quale i maestri presentano.

Ognuno che si accosta all'insegnamento, ad un certo punto dovrebbe capire questo aspetto della questione e perciò sentirsi invogliato a parlare dell'insegnamento filosofico.

 

Per cominciare a introdurlo si può dare la descrizione della realtà che è già depositata, gradualmente e in crescendo, nei libri pubblicati. Come dicono i maestri: "Il vero sapiente, da qualunque punto affronta il discorso circa la realtà, ne fa un tutto e può dimostrare l'esistenza di dio; tutto è così consequenzialmente legato

che, da qualunque punto lo si prenda, non si può che giungere alla stessa meta, e cioè a dimostrare l'esistenza di Dio".

 

E' giusto passare al vaglio del ragionamento le verità, le rivelazioni, andare al di là dei dogmi, o è un atto di superbia della mente?

I maestri dicono che bisogna nascere ogni giorno, cioè ogni giorno mettere in dubbio tutto per ridiscutere con se stessi e ritrovare nuovamente la convinzione; superare il dubbio che non solo gli altri, ma anche voi stessi suscitate in voi, cosicchè possiate veramente essere certi della vostra convinzione.

Chi accetta una verità perchè sul momento lo convince e in seguito, alla minima obiezione che gli altri gli rivolgono, non sa controbattere perchè non ha discusso con se stesso, è come se costruisse sulla sabbia: basta una lieve scossa che tutto crolla.

Mentre chi ha fatto passare le sue convinzioni al vaglio della critica - la critica che lui stesso è in grado di fare a queste sue convinzioni - è sicuro di non aver costruito sulla sabbia, di aver trovato qualcosa di veramente valido.

 

Di persone che credono a dei principi ameni, quasi risibili, ve se sono molte. Li accettano senza discuterli e poi non ammettono di discuterli; la cosa sta così e non vogliono parlarne, nè che gli altri facciano domande. Questo succede proprio nella vostra religione, nella quale molto spesso si dice che si deve credere perchè la verità rivelata è questa e se anche tu non arrivi a capire con la tua mente, non vuol dir niente; anzi, se cerchi di capire con la tua mente fai un atto di superbia. 

 

Ecco, i nostri maestri dicono invece tutto l'opposto, cioè che non è un atto di superbia, ma anzi è un atto estremamente giusto e necessario quello di passare al vaglio della propria comprensione le verità. E questo perchè le verità spirituali, essi dicono, sono estremamente logiche, non sono da accettarsi ad occhi chiusi.

Forse, nei tempi andati, quando la mente dell'uomo non era esercitata, era necessario dover dire le cose e non avere la possibilità di spiegarle, perchè chi ascoltava non aveva gli strumenti per capire. Ma oggi che la mente dell'uomo, diciamo del cittadino medio, buon padre di famiglia, è abbastanza sviluppata, perchè non gli si dovrebbe mostrare la logica della verità spirituale, sè da convincerlo e dargli quella serenità interiore che tanto spesso manca a chi si trova di fronte a delle cose incomprensibili, che non gli spiegano nè la sua vita nè quella degli altri?